martedì 1 ottobre 2013

Special, custom e home made: Honda CX 500 c (Prima Parte)


Honda CX 500 c '82 “Miss Dondola”

Per partire con la schiera delle preparazioni, non potevamo non cominciare con la Honda CX 500 C del 1982 del nostro direttore, “Miss Dondola” per gli amici. La Honda CX 500(Non conosci il modello? Vai all'articolo) si presta bene già di suo a customizzazioni più o meno estreme, che spaziano dallo stile bobber al cafè racer, e con pochi ma mirati interventi si riesce a tirar fuori delle motorette niente male senza starsi ad ammattire troppo. Miss Dondola, come appare evidente già a prima vista, non è stata pensata ne nell’uno ne nell’altro stile. La spiegazione è molto più pragmatica di quanto si può immaginare, e ciò si evince immediatamente dalle parole del proprietario: “Quando l’ho portata a casa, non era messa male, peccato che non voleva saperne di funzionare… Avevo pensato di restaurarla a regola d’arte, poi i geni insani che mi perseguitano da sempre mi hanno fatto preferire la via della personalizzazione. Ne avevo di idee, ma c’erano due problemi fondamentali che mi legavano le mani: poterla usare tutti i giorni e renderla abbastanza comoda da farci stare la mia signora sopra per migliaia di chilometri senza farle avviare le pratiche del divorzio…”  



Così, si è scelto di restare in quote ragionevoli, ma anche se ad un’occhiata distratta sembra quasi una moto di serie, gli interventi sono molto meno leggeri di quanto possa apparire. Una volta smontata completamente e ripristinato il corretto funzionamento degli organi meccanici -la signorina ha 31 anni ed era ferma da 10 almeno-, si comincia con le modifiche. Partendo dall’avantreno, il faro obeso di serie e relativi supporti copristelo lasciano il posto ad un’unità prelevata da una Honda Rebel, montata molto più in basso e fissata centralmente alla piastra di rinforzo inferiore della forcella, fatta in casa, che non funge solo da elemento estetico ma va a rinforzare sul serio la piastra di serie, piuttosto gracilina.
 La targhetta in alluminio Honda, che era posizionata nel medesimo punto e serviva anche da supporto per le enormi frecce di serie prende la via della spazzatura insieme alle medesime, rimpiazzate da due unità bullet maxi in alluminio. Queste, si vanno ora ad inserire sopra al faro e sono fissate a due supporti home made in ottone cromato che reggono anche la strumentazione. Quest’ultima, infatti, pur sembrando di serie, è in realtà stata abbassata di dodici centimetri per dare a tutto l’avantreno una linea “low” omogenea -anche le canne della forcella sono state sfilate di un paio di centimetri-  mentre l’impianto elettrico, che in buona parte era alloggiato all’interno del faro originale, è stato allungato, ricablato e spostato sotto il serbatoio della benzina.

Il manubrio di serie lascia il posto ad un medium hapeanger per Harley Davidson costruite prima del ’76 e, mantenendo i comandi originali, riceve però due manopole in alluminio custom anni ’90 originariamente nere, ora sabbiate ed accorciate per adattarsi alla nuova sistemazione.  L’impianto frenante era un po’ scarsino, ma con l’aiuto di una pompa prelevata da una Honda CBR 900 FireBlade la situazione è migliorata leggermente. “…il tamburo dietro l’ho revisionato, ma non l’ho modificato… E’ la prima volta che mi capita un tamburo posteriore che frena…” Anche il retrotreno subisce una cura dimagrante, così il grosso e squadrato stop lascia il posto ad un cat eye medium size, mentre le abnormi frecce vengono rimpiazzate da due unità gemelle a quelle anteriori.
Il vecchio porta targa in ferro finisce in fonderia lasciando il posto ad un pezzo originale in alluminio anni settanta, proveniente da una Kawasaki H2B. CONTINUA…

Ivan Gemini




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