Digger: motori dragster in telai candy...
Qualcuno di voi ricorda cosa siano, o
meglio, cos'erano le Digger? Allora...
Siamo tra la fine degli anni '70 e
l'inizio degli '80, il chopper classico sta segnando un po' il passo, le grandi
case ancora non hanno molto a che fare con le custom -ad eccezione naturalmente
della nostra factory preferita, dove il caro Willie G. Davidson sforna dei
pezzi niente male...- mentre Hot Rod e Dragster sono nel pieno della maturità.
In questa particolare congiunzione astrale qualcuno negli States si trova a
sfogliare qualche foto ingiallita di prima della guerra, qualche telaio stretto
di pari passo con ruote e forcelle, manubri bassi e posizione di guida
semisdraiata, una sorta di nonne delle moderne ipersportive ma... con una linea
veramente eccezionale! Se ci mettete che a sfogliare tali fotto è un tipetto
geniale che di cognome fa Ness, il resto viene da se. Ecco quindi che nascono
le Digger, telai affilati come rasoi, gusto per l'estetica da show bike e
motori da drag strip...
Serve altro per ammaliare gli appassionati? Quella
presentata in queste foto è la pura essenza del settore, un dragster d'epoca
sovralimentato con cui il suo proprietario Mark, e i suoi figli, ormai, immaginiamo,
si sono divertiti a correre il quarto di miglio spuntando tempi al di sotto dei
tredici secondi -stiamo parlando degli anni '90, eh!-. Mica male per una base
Four classe 1976...
Andiamo un po' a vedere come ciò sia stato possibile... Beh, in fondo non appare poi tanto strano che
il Four by Honda abbia tanti muscoli da tirar fuori, se si pensa che arriva dritto
dritto nientemeno che dall'officina del papà di Roland Sands -il grande John,
guarda un po'...-, tempio della meccanica in cui è stato omaggiato di
un'accensione a magneto ARD, un kit di sovralimentazione American Turbo, filtro
K&N, scarico shorty, pistoni Arias, Teste Ferracci e trasmissione Karata. Il
tutto montato con gusto d’artista in un telaio superstretch con cannotto di
sterzo a 48° equipaggiato con un serbatoio Rocket, un parafango posteriore e un
manubrio by Ness.
Molding e verniciatura sono invece opera dello stesso proprietario,
e l'estetica è quindi appagata. Inoltre,
Ceriani anteriore e cerchi Lester a completare il tutto, tecnologia ottimale -per
l’epoca- in veste very cool. Un valore
per tutti? Circa 130 cv alla ruota. Mica male per una signora d'altri tempi...Testo: Andrea Mariani
Foto: Alain Sauquet
Fonte: Freeway Magazine
Nessun commento:
Posta un commento