martedì 15 ottobre 2013

Custom, special e home made: Digger from Honda 750 Four Turbo


Digger: motori dragster in telai candy...  
 
Qualcuno di voi ricorda cosa siano, o meglio, cos'erano le Digger? Allora...
Siamo tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli '80, il chopper classico sta segnando un po' il passo, le grandi case ancora non hanno molto a che fare con le custom -ad eccezione naturalmente della nostra factory preferita, dove il caro Willie G. Davidson sforna dei pezzi niente male...- mentre Hot Rod e Dragster sono nel pieno della maturità.
In questa particolare congiunzione astrale qualcuno negli States si trova a sfogliare qualche foto ingiallita di prima della guerra, qualche telaio stretto di pari passo con ruote e forcelle, manubri bassi e posizione di guida semisdraiata, una sorta di nonne delle moderne ipersportive ma... con una linea veramente eccezionale! Se ci mettete che a sfogliare tali fotto è un tipetto geniale che di cognome fa Ness, il resto viene da se. Ecco quindi che nascono le Digger, telai affilati come rasoi, gusto per l'estetica da show bike e motori da drag strip...
Serve altro per ammaliare gli appassionati? Quella presentata in queste foto è la pura essenza del settore, un dragster d'epoca sovralimentato con cui il suo proprietario Mark, e i suoi figli, ormai, immaginiamo, si sono divertiti a correre il quarto di miglio spuntando tempi al di sotto dei tredici secondi -stiamo parlando degli anni '90, eh!-. Mica male per una base Four classe 1976...
Andiamo un po' a vedere come ciò sia stato possibile...  Beh, in fondo non appare poi tanto strano che il Four by Honda abbia tanti muscoli da tirar fuori, se si pensa che arriva dritto dritto nientemeno che dall'officina del papà di Roland Sands -il grande John, guarda un po'...-, tempio della meccanica in cui è stato omaggiato di un'accensione a magneto ARD, un kit di sovralimentazione American Turbo, filtro K&N, scarico shorty, pistoni Arias, Teste Ferracci e trasmissione Karata. Il tutto montato con gusto d’artista in un telaio superstretch con cannotto di sterzo a 48° equipaggiato con un  serbatoio Rocket, un parafango posteriore e un manubrio by Ness.
Molding e verniciatura sono invece opera dello stesso proprietario,  e l'estetica è quindi appagata. Inoltre, Ceriani anteriore e cerchi Lester a completare il tutto, tecnologia ottimale -per l’epoca- in veste very cool.  Un valore per tutti? Circa 130 cv alla ruota. Mica male per una signora d'altri tempi...





Testo: Andrea Mariani
Foto: Alain Sauquet
Fonte: Freeway Magazine

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