martedì 1 ottobre 2013

Special, custom e home made: Honda CX 500 c (seconda parte)

Honda CX 500 c ’82 “Miss Dondola”


CONTINUA…  La meccanica resta di serie, anche se il motore respira meglio grazie ad una modifica interna dell’air box e ad una coppia di carburatori provenienti dalla versione sportiva del CX, leggermente “rimaneggiati”.
Lo scarico, in apparenza standard, ha subito diverse modifiche interne sia dei terminali che del compensatore. E’ tuttora educato ma meno di quanto si pensi. I cerchi sono rimasti standard, mentre la coppia conica, così come i foderi della forcella ed i coperchi delle teste, sono stati sabbiati e spazzolati in maniera volutamente rude, in omaggio alle carrozzerie delle auto sportive degli anni ’50.


Certo, i più smaliziati potrebbero storcere il naso di fronte al maniglione posteriore, alla sella ed ai comandi centrali, ma anche qui non si può controbattere alle spiegazioni del proprietario: “Sella e maniglione sono un regalo per la mia signora. Le selle a filo telaio sono belle a vedersi, così come le code slanciate e prive di orpelli… Provate però a farci 4000 km in due mesi - di cui 1000 in otto giorni- e vedrete che il vostro fondoschiena vi ringrazierà per  il goffo sellone standard, mentre il vostro casco apprezzerà immensamente che il passeggero abbia un solido appiglio in frenata...
Stesso discorso per i comandi avanzati. Bellissimi a 50 all’ora. Un po’ allegrotti sulle strade di montagna ed ecco che tornano immediatamente i centrali, magari leggermente rialzati! Scherzi a parte, le custom e le cafè racer pure mi fanno impazzire, ma con Dondola ci vado a lavorare sei giorni su sette, ed il settimo in giro, per cui agli esercizi di stile ho dovuto preferire sostanza e, visto che la lascio spesso in strada, anche discrezione. Per dirne una, ho visto che sul web a molte CX special tolgono fianchetti e air box… Io ho fatto il contrario: ho ricavato un vano nascosto che contiene un impianto elettrico di scorta -centralina, regolatore,bobine, fusibili- che è la nota dolente di questo motore. Quando una moto la usi…”

Effettivamente, un occhio esperto potrebbe individuare quote, andando oltre l’impatto visivo, più da endurona che da custom. “ E’ vero… In realtà la CX Custom montava  motore, cambio e rapporta tura della sportiva che, trent’anni fa’, non era poi da buttare, e come tale va guidata. Meccanicamente non è un custom, il motore sale subito di giri e va tenuto alto per andare bene. Il cambio cortissimo, il telaio alto ed un peso da Harley ti costringono ad uno stile di guida che con il custom non ha granché a che vedere. Vista in quest’ottica, però, dà grandi soddisfazioni. La CX custom, poi, rispetto alla sportiva è paradossalmente molto più nervosa per via della ruota posteriore da 16” -l’altra l’aveva da 18”- in accelerazione tira come un treno e mi capita spesso, in città, di lasciare al palo bei pezzi di moto moderne…”

Niente di più vero: alla prova su strada, la moto va che è un piacere, è comoda e si comporta bene in ogni situazione malgrado l’età. Ad eccezione dei curvoni veloci, però. “Beh… Non per caso si chiama Dondola… Oltre i centoventi, in curva sembra un vascello…” Un’ultima menzione va alla verniciatura. Un mix di nero grezzo, sabbia e limatura di ferro, stesi a spatola. Quando abbiamo chiesto spiegazioni, siamo rimasti un po’ perplessi:
“ E’ colpa del mio gatto. Il serbatoio doveva essere grezzo spazzolato, ma mentre davo il trasparente quel fessacchiotto si è fatto pestare da un gatto di strada.
Correndo a soccorrerlo, ho rovesciato un barattolo di sabbia sul serbatoio. Il giorno dopo ho visto che si era stesa uniformemente, senza una colatura, chissà per quale strana reazione chimica. Così ho impastato mezzo chilo di nero grezzo con sabbia e limatura di ferro, l’ho steso con la spatola, una volta asciutto una mano di nero metallizzato ed ecco il risultato.


Mentre cercavo di capire se mi piacesse o meno, un bambino in strada ha deciso per me: …. Papa’, ho visto la moto di Ghost Rider!! E che ve lo dico a fare….”
Ivan Gemini

 
        



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