giovedì 17 ottobre 2013

Prova: Triumph Thruxton


Triumph Thruxton: Cafè Racer pronta consegna.

Triumph Thruxton, ovvero, cafè racer chiavi in mano. Ed era proprio questa l’idea di mamma Triumph quando presentò la Thruxton, nome ripreso dal celebre tracciato su cui la Triumph diventò leggenda. Forse l’idea nacque proprio dal fatto che le care Bonneville di seconda generazione, belle paciose con il loro manubrione ed il comodo -ma non troppo sportivo- sellone monolivello venivano sempre più spesso reinterpretate dai legittimi proprietari in chiave cafè racer, che preferivano mezzi manubri, comandi arretrati, selle monoposto  e codini vintage racer alle istallazioni di serie.



Quindi, perché non fare direttamente una cafè racer made  by factory direttamente, ispirata alle moto che sconquassarono la morale ed i timpani dei poveri mortali che abitavano a ridosso della North Circular in quei mitici anni sessanta che i mitici rockers inglesi condannarono ad un decennio buono d’insonnia con i loro scarichi aperti. La Thruxton è una sportiva classica, con il tradizionale bicilindrico 850 -in realtà 865cc- , manubrio basso, posizione di guida sportiva, cerchi a raggi da 18 pollici e silenziatori a megafono rialzati e puntati verso l’alto.
Il motore non sarà certo un mostro di potenza, se paragonato alle moderne ipersportive, ma 69 cavalli di razza a 7.400 giri permettono di divertirsi alla grande e di viaggiare con stile, invece che con il cronometro. L’estetica non ha bisogno di presentazioni, per cui ci limitiamo a sottolineare il perfetto stile anni '60, le cromature imperanti, i cerchi a raggi da 18” anteriore e 17” posteriore, la livrea corsaiola e i due silenziatori a megafono cromati in puro stile Ace Cafè.
Il comportamento su strada è sostanzialmente neutro. La moto va via tranquilla, così come tranquille sono le reazioni alle varie sollecitazioni. In poche parole, si guida facilmente e rimanda un piacere che poche moto sanno dare. Certo, volendo spingerla al massimo emergono i limiti di una forcella di tipo tradizionale -anche se regolabile nel precarico- e della coppia di ammortizzatori posteriori -anch’essi comunque regolabili- Il telaio però non è affatto male e nel complesso la Thruxton supera abbondantemente l’esame anche in frenata, grazie al disco flottante -però singolo-da 320mm ed alla pinza flottante Nissin a 2 pistoncini all’anteriore, mentre il posteriore da 255mm pur facendo il suo dovere risulta lievemente sottodimensionato vista la mole della moto. Per chi sceglie una Thruxton, però, non sono i numeri precisi e freddi a fare la differenza, che perdono importanza di fronte al girare su un qualcosa che più che una moto è una testimonianza di tempi gloriosi, un concentrato di stile, storia e, perché no? Di tecnologia moderna che rendono piacevole la guida, attirano l’attenzione al semaforo e… Permettono di girare la chiave e partire, cosa che le care vecchie Bonnie non garantivano davvero...

Andrea Mariani





Scheda tecnica:
Motore: Bicilindrico parallelo, raffreddato ad aria, DOHC, manovellismo a 360º
Cilindrata: 865cc
Alesaggio/Corsa: 90 x 68mm
Scarico in acciaio 2 in 2
Rapporto finale a catena
Frizione multidisco in bagno d'olio
Cambio a 5 marce
Capacità serbatoio olio: 4.5 litri
Telaio a culla in tubi d'acciaio
Forcellone in acciaio
Cerchi: Anteriore in alluminio, 36 raggi, 18 x 2.5"; Posteriore  40 raggi, 17 x 3.5"
Pneumatici: 100/90 18 e 130/80 R17
Sospensioni: Anteriore KYB 41mm, escursione 120mm, precarico regolabile; Posteriore: 2 ammortizzatori KYB, precarico regolabile, escursione 106mm
Freni: Anteriore a disco da 320mm, pinza flottante Nissin a 2 pistoncini; Posteriore a disco singolo 255mm pinza flottante Nissan a doppio pistoncino
Dimensioni : Lunghezza 2150mm; Larghezza (manubrio)830mm; Altezza 1095mm; Altezza sella 820mm; Interasse 1490mm.
Capienza serbatoio: 16 litri
Peso in ordine di marcia: 230 kg
Potenza massima: 69CV a 7.400 giri
Coppia massima 69Nm a 5.800 giri
 








Nessun commento:

Posta un commento