Era da un po’ che ci pensavo… Volevo fare una “vacanzetta” inusuale ma nello stesso tempo che mi stimolasse e mi gratificasse. Niente di particolarmente avventuroso ma che, comunque, mi mettesse un po’ alla prova. Per questo ho pensato ad intraprendere questo “viaggetto” con l’amico di merende Alfredo, detto il Nibbio, come a dire “due stagionati” a caccia di emozioni (io 74 e lui 65 anni). Pensa e ripensa alla fine prendiamo la decisione! Perché non costeggiare il fiume Tevere dalla sorgente alla foce, toccando, di volta in volta, alcune città da esso bagnate?
Potrebbe essere una cosa nuova. Detto fatto: ci gettiamo a capofitto per studiare il percorso, individuare le città da attraversare, scoprire luoghi nuovi, localizzare gli hotel più abbordabili, percorrere strade diverse… (niente autostrada) Insomma, una full immersion totale nel progetto. Fissiamo la data di partenza: decidiamo di arrivare sul Monte Fumaiolo il giorno 24 luglio (dopo vari ripensamenti a causa del maltempo) e da lì iniziare a ridiscendere il giorno successivo. Non stiamo nella pelle. Qualche amico ci incoraggia, qualcun altro ci sconsiglia e ad altri non gliene frega niente! Così è… La mattina del giorno prefissato sono talmente inquieto che mi sveglio prima della “sveglia”. Un breve saluto ad Alfredo che arriva puntuale e via… Si parte! Qualche fermata qua e là giusto il tempo del rifornimento e in cinque ore siamo a Balze sul Monte Fumaiolo. Il tempo di sistemarci in hotel ed eccoci ad ammirare la sorgente! Per una buona mezzora ce ne stiamo lì, imbambolati, ad argomentare su come quelle “piccole” fuoriuscita d’acqua possa chilometro dopo chilometro, ansa dopo ansa, diventare ben presto “fiume” e non più torrente.
Quattrocentocinque chilometri di acqua, a volte calma a volte inquieta, che scorre sinuosa fino al mare dove mescolerà la sua dolcezza con quella salata del Tirreno. La strada che abbiamo fin qui percorso la consideriamo solo un “viaggio di trasferimento”: è il ritorno, il nostro vero obiettivo (seguire, con le Harley, la discesa delle acque fino alla foce) per questo il 25 di buon’ora facciamo una breve e veloce colazione e poi via … verso Città di Catello. Prima però una puntatine a Pieve Santo Stefano a ridosso della SS E45 e a San Sepolcro ultima cittadina della provincia Toscana, comune della Valtiberina Toscana: questa città ha dato i natali a Piero della Francesca e altri personaggi importanti.
L’accesso a fiume è stato un po’ laborioso per via della folta vegetazione. Un riposino, un caffè e via verso Città di Castello, l’antica Tifernum Tiberina. Oltre ai suoi musei è famosa per la produzione di splendide ceramiche, mobili in stile, per la lavorazione della cosiddetta “tela umbra”, ma, e per alcuni, soprattutto, per l’eccellente tartufo a cui ogni anno viene dedicata una mostra. Siamo all’in circa, in quella che è considerato l’ingresso della Valle del Tevere. Poco dopo ripartiamo per Umbertide, famosa per la produzione di ceramiche esportate in tutto il mondo. E’ situata nell’Alta Valle del Tevere e conta oltre 16 mila abitanti. E’ attraversata anche dal torrente Reggia che proprio ad Umbertide si incontra con il Tevere. E’ un centro importante della metalmeccanica, dei tessuti da imballaggio, tabacchicoltura e agricoltura biologica.
E’ circondata da splendide mura ben conservate. Una curiosità: si dice che i suoi abitanti godano di una prospettiva di vita superiore alla media. Il centro che è stato duramente bombardato dagli alleati durante l’ultima guerra è stato completamente ricostruito in stile ed è bellissimo, tanto che con Alfredo ci siamo fermati a pranzo proprio per gustarcela meglio... Continua... (clicca e leggi subito la seconda parte!)
RobiDue Freedom Italian Tribe
Nessun commento:
Posta un commento