Era un po' che me lo chiedevo... Ma come cavolo ha fatto il nostro direttore e i suoi compari del B-Racer Roma a metterci più di sei ore per andare da Roma a Perugia? Poi, chiacchierando davanti ad un giro di birra, sono stati proprio loro a darmi una spiegazione... Ed a farmi sbellicare dalle risate. A dir la verità, però, non so se ridevo di scherno o di invidia...
Ivan Gemini
La mattina di sabato 31 maggio a Roma c'era un sole che spaccava le pietre. Alle 15-30, quando partiamo, la pioggia a momenti ci affoga. Appuntamento sulla Cassia bis. Alessandro, Luca, Ahmed, Roberto e io partiamo verso Perugia vestiti da sommozzatori, carichi come somari e già bagnati fradici. Per fortuna dura poco ma, appena smette di piovere, la Guzzi di Luca ci lascia. Filo del gas rotto. No problem. Tra i miei e quelli di Ahmed, di ferri che ne siamo portati un mare. Alessandro ci mette l'arte e in
due ore di sosta al lato della strada la Guzzi riparte, più o meno riparata. Applauso a Luca, che malgrado il gas precario continua la marcia invece di tornare verso casa. Roberto passa in testa ma il tom tom fa come gli pare, non si sa come finiamo sull'autostrada e riusciamo subito a Orte. Caffè e sigaretta ci vogliono. Siamo in viaggio da tre ore e siamo ancora a Orte! Da qui in poi la strada si fa tranquilla, arriviamo a Perugia ma il tom tom fa come cavolo gli pare, giriamo il centro un paio di volte, ci fermiamo e reimpostiamo. Mancano 20 km. Ok, ripartiamo e cominciamo a girare come cretini intorno al Lago Trasimeno per
una buona mezzora. Ci fermiamo ancora, reimpostiamo di nuovo e siamo daccapo. Mancano 20 km. Cazzo, sempre 20 km? Comunque, in un modo o nell'altro arriviamo a Tuoro sul Trasimeno. Nel parcheggio dell'evento, il mio contakm segna 238. Roma-Perugia sono meno di centosessanta, e ci abbiamo messo sei ore e mezza... Fate un po' voi. Sistemiamo le tende che è ormai buio, ma ce la facciamo. Ci raggiunge Umberto. Serata a base di bistecche e patatine, birra e Jack Daniel's. Mica male. Poi, concerto di una cover band dei Metallica, molto bravi, ed un sacco di botte sotto al palco per me e Ahmed. Ma siamo Iron
perciò sopravviviamo e ci scappa pure il bicchiere della staffa. Salutiamo Umberto, che dorme da un'altra parte. Notte da urlo, freddo cane -ad una certa ho pensato di infilarmi pure il casco- e materassini che si sgonfiano. Mettiamo la sveglia alle dieci, ma alle otto siamo tutti fuori tenda. C'è il sole, giornata da paura, e in tenda si sfiora il soffocamento, Ma Roberto si è portato pure la moca perciò il risveglio non è male. Comincio a pensare che Umberto è molto furbo. Vabbè...Ci
raggiunge e giriamo tutta la mattina per il raduno tra stand e lungolago, con puntatina romantica sul pontile. Ora di pranzo, trofie pancetta e pomodorini secchi -buone, ma gli ultimi davvero non c'entravano un cavolo- accompagnate da ustioni di terzo grado per roberto, visto che il tavolo era al sole. Appena ci alziamo, tornano le nuvole. Pensiamo che sia il caso di rimontare in sella. Smontiamo tutto, carichiamo le belve, salutiamo Umberto e ripartiamo. Una sosta appresso all'altra. Le chiappe di tutti bestemmiano -che belle le selle Cafè Racer!- le mie non si lamentano, ma con due metri di
manubrio -che belli i manubri custom!- c'ho il collo che recita il rosario. Ad ogni modo rientriamo nel Lazio. Il presidente ci abbandona per imboccare l'autostrada. Proseguiamo in quattro e, finalmente... G.R.A. in vista. Finita? No, perchè Luca ad un certo punto mi saluta dicendo a gesti che lui procede dritto. Io non capisco una ceppa e gli vado dietro, esattamente dalla parte opposta di dove dovevamo andare io Ahmed e Roberto. Ancora una volta poco male. Portiamo in un modo o nell'altro le chiappe a casa. Sulla soglia del garage, il conta km di Dondola segna 502. Non chiedetemi come... Ma li rifarei tutti, uno per uno!
Andrea Mariani
Nessun commento:
Posta un commento