Suzuki GSX 1100 E, la Katana più dolce...
La Suzuki GSX 1100 E fece il suo ingresso nei concessionari nel 1982, presentandosi come versione più dolce della celeberrima Suzuki GSX 1100 Katana, moto che alla sua presentazione suscitò sensazione per le linee futuristiche, tese e squadrate della carrozzeria e per il motore rabbioso e potente.
La GSX 1100 E, sebbene di estetica più convenzionale, non era certo la versione povera delle GSX Katana, tanto per cominciare grazie al motore, che con circa 110 cavalli nulla aveva da invidiare -se non addirittura da farsi invidiare- alle contemporanee della medesima categoria. Un dato per tutti, la velocità massima si aggirava intorno ai 230 km/h, cifra che non ha bisogno di commenti anche se per tenerla per più di 5 secondi un po' di copertura aerodinamica si sarebbe resa necessaria. La linea,
poi, incontrò invece i favori dei fedelissimi del marchio più conservatori che, per quanto lo guardassero e riguardassero, non erano mai riusciti a digerire completamente quel cupolino appuntito e squadrato, segno inconfondibile della sorella Katana, che però o si odiava o si amava, non c'erano mezze misure. Certo, il doppio ammortizzatore posteriore non era poi il massimo per una bestia da 237 kg, soprattutto se si pensa che contemporanee e più magre concorrenti, senza far nomi, già viaggiavano sospese a dei pro-link che rendevano sicuramente di più. All'anteriore invece la forcella faceva il suo dovere e manteneva il mostro piuttosto stabile, aiutata anche da un sistema appositamente progettato per evitare la battuta a fondo corsa.
Le coperture, 3,50 x 19 anteriore e 4,50 x 17 posteriore oggi sono senza dubbio misure che fanno sorridere per questa categoria di moto, ma allora erano perfettamente in media e, anche oggi, si dimostrano egregie con uno stile di guida non esasperato, lo stesso da adottare per un telaio pur ben concepito ma che denuncia i suoi anni. Il motore è un discorso a sé. Robusto, affidabile, potente e, in due parole, moderno e tutt'oggi attuale, non può far parlare di sé, se non in bene. La guida risulta particolarmente intuitiva, sempre tenendo
presente dimensioni, coppia -9,4 mkg a 6500 giri/min- e soprattutto peso, e con un po' di manico ci si tolgono tuttora belle soddisfazioni anche nei con fronti di medie sportivette tutto pepe. Certo, meglio non farsi prendere la mano sulle statali tutte curve perché la cara suzukona non è certo un fuscello da buttar giù come nulla fosse. Il "sodo" del progetto è però tutt'ora valido, e a dimostrarlo basta il fatto che nel 1991, quando cominciò a registrarsi il ritorno dei motociclisti alle moto di sostanza, stanchi ed un po' esasperati dalle carene sempre più elaborate e dall'elettronica in moltiplicazione esponenziale, la Suzuki rispose con la GSX 1100 G, che non aveva troppo di differente dalla E del 1982 -eccezion fatta per il mono posteriore, ovviamente- e che incontrò un successo di pubblico notevole.
Andrea Mariani
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