giovedì 19 giugno 2014

Prova: MOTO GUZZI 850 LE MANS


MOTO GUZZI 850 LE MANS, CARATTERE E SPORTIVITA' TUTTI ITALIANI

Erede in linea diretta della prima mitica Moto Guzzi V7 Sport, quella per capirci con il fantastico telaio rosso, La Moto Guzzi 850 Le Mans del 1976 viene presentata l'anno prima Salone della moto di Milano, suscitando subito il favore del pubblico e -più o meno- della critica. Sportiva di carattere al limite dello scarno -anche se con la carenatura integrale della foto, quella della versione più spinta, appare tutt'altro- la 850 Le Mans appare il giusto connubio tra passato e futuro, tra tradizione e modernità, il tutto permeato da quel gusto tutto italiano che rendeva affascinanti le moto di Mandello del Lario rispetto alle varie giapponesine contemporanee.

Rispetto ad esse, la 850 Le Mans non poteva vantare una migliore accelerazione sul quarto di miglio -13,8 sec. netti- e nemmeno una potenza superiore a quelle dei vari pluricilindrici nipponici, ma offriva una tenuta di strada al limite del corsaiolo, precisa ed equilibrata, che rendeva la moto estremamente competitiva quando a farla da padrone non erano solo i cavalli ma servivano delle doti di guidabilità superiori. Certo, l'importante coppia di rovesciamento tipica del V-twin Guzzi rendeva all'inizio piuttosto scioccante l'approccio con il mezzo, ma una volta preso confidenza, le qualità in termini di precisione e compostezza non avevano pari. 
Il sistema di frenata combinata, poi, -anche se nella guida "di manico" poteva risultare fastidioso- garantiva una sicurezza notevole in tutte le situazioni. Una gran turismo di razza, insomma, capace anche di dar prova della sua qualità costruttiva, robustezza ed affidabilità sui campi delle celebri corse di durata -da qui, appunto, Le Mans-.    

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