Moto: Kawasaki ER-5 500, ottima alternativa allo scooter
Kawasaki ER-5: Tra le moto del passato prossimo, la Kawasaki ER-5 500 rappresenta più di altre, oggi, un'ottima alternativa al classico scooter,
ideale sia per il percorso casa-ufficio che per qualche gita fuori porta.
Esteticamente, l’ ER-5 della Kawasaki si presenta nella veste comune a tutte le
naked prodotte a cavallo del nuovo millennio. Faro circolare, serbatoio
tondeggiante, fianchetti e coda snelli e sinuosamente aerodinamici. Il motore è
l’incredibilmente collaudato bicilindrico parallelo fronte marcia che
equipaggia anche il modello custom En e l’enduro Kle, 499 centimetri cubici e
poco meno di 50 cavalli, grande esempio di robustezza e longevità. La prova su
strada evidenzia immediatamente le grandi qualità di quest’unità, penalizzata
forse da una cilindrata ormai più piccola che media ma ancora in grado di
regalare soddisfazioni. Il tiro è corposo ma dolce fin dai bassi regimi ed il carattere
docile non metterebbe in difficoltà neanche una guida alle prime armi, traendo
d’impaccio intuitivamente sia nel traffico del centro città che nei percorsi
extraurbani e rispondendo generosamente, a patto di non pretendere troppo.
Adottando una guida molto sportiva, invece, emergono i limiti di un motore, e
di un cambio, pensati per accontentare un po’ tutti, dal ragazzo neopatentato
ma sportivo al manager che monta il bauletto e frequenta pavé e centro storico,
alla ragazza alle prime armi.
Visto in quest’ottica, però, si può
tranquillamente affermare che non ha difetti ed anzi, spalancando il gas, si
rivela capace di sfoderare una verve inaspettata in grado di divertire anche i
più smaliziati. Il consumo, pur con notevoli differenze a seconda dello stile
di guida, resta complessivamente basso. L’impostazione di guida, invece,
risulta molto meno equilibrata del previsto. Malgrado il manubrio non troppo
basso, sicuramente troppo stretto, ci si trova a guidare caricando molto
l’avantreno ed i polsi a causa di una sella imbottita ma molto inclinata in
avanti e di pedane tutt’altro che basse, connubio piuttosto scomodo in città.
Viceversa, il manubrio tradizionale non permette di abbassarsi sui tratti
veloci e , vista la completa assenza di una protezione aerodinamica, rende
piuttosto scomoda la guida già oltre i 120 l’ora.
Il reparto ciclistica, pur
mantenendo i limiti dei doppi ammortizzatori e della forcella tradizionale,
grazie alle varie tarature possibili dei primi e a quella eccellente,
ovviamente non regolabile, della seconda, si rivela in grado di far fronte a
tutte le situazioni incontrate, mostrandosi non troppo rigida in città ne
troppo morbida nel misto extraurbano con o senza il passeggero. I freni sono il
punto debole di questa moto. Il disco singolo anteriore fa ciò che può e,
seppur adeguato in città, risente molto di sollecitazioni prolungate e appare
sottodimensionato alle alte andature, soprattutto in due. Bocciato su tutta la
linea il tamburo posteriore, datato ed eccessivamente economico già al momento
della presentazione del modello, a malapena efficiente soltanto se in ottime
condizioni di manutenzione. Se state valutando l’acquisto di questo modello, a
nostro avviso e compatibilmente con le restrizioni al traffico della vostra
città, sono da preferire i modelli più vecchi, più spinti e, grazie ad
ammortizzatori più corti fino al 2000, leggermente più comodi. Ottimo, se
presente, il set di borse rigide Givi (baule 50 lt. e borse laterali) che
permette una capacità di carico da berlina, mentre non esaltatevi per la
presenza di un puntale. Accessorio molto in voga e piuttosto costoso, a causa
dell’estrema vicinanza degli attacchi ai tubi di scarico generalmente non resta
integro per più di un’estate, divenendo pericoloso per voi e per chi vi segue
se dovesse staccarsi in autostrada. Per chi avesse perplessità in merito ad
accelerazione e velocità, è utile tener presente che la generosità del motore
permette di intervenire efficacemente variando il rapporto finale di
trasmissione e quindi, con modica spesa, di preferire velocità di crociera alte
all’accelerazione e viceversa senza stressare eccessivamente la meccanica.
Riguardo alla posizione di guida, invece, c’è poco da fare. Un manubrio più
alto e largo, tipo cross, aiuta ma non
risolve specialmente in assenza di un cupolino di medie dimensioni, particolari che, una volta montati ed accoppiati a frecce più snelle, non appesantiscono neanche troppo la linea dell'avantreno.
A parte
questo, però, nel complesso siamo di fronte ad una moto valida e che offre un
ottimo rapporto qualità prezzo, soprattutto in base alle attuali valutazioni
dell’usato ed alla granitica resistenza del motore che, in presenza di una
manutenzione regolare ed accurata, saprà certamente portarvi a spasso con più
stile di quanto possa fare un qualsiasi scooter.
Andrea Mariani