Come tirar fuori un bobber da una WL 750 del 1942
Ci mancava, davvero, un po’ di sano ferrovecchio…. Certo, non si può parlare di ferrovecchio di fronte a questo WL, anno di grazia 1942, bobberizzato alla grande da Numero Uno Mantova all’inizio del nuovo millennio, che sembra uscito neanche ieri -ammesso che fossimo nel bel mezzo dei ‘50s- dal garage di qualche ragazzaccio della West Coast. La moto in questione pare sia arrivata in Italia assieme agli alleati durante la seconda guerra mondiale, e Dio solo sa come abbia fatto a rimanere integra e originale fino al suo arrivo in quel di Mantova, dove il buon vecchio Roberto nulla ha fatto di più se non quello che facevano esattamente i suddetti ragazzacci, ossia tagliare, togliere, alleggerire…
In due parole, fare un bobber con la B maiuscola rispettoso in pieno delle più antiche tradizioni del “to bob”. Non per nulla, la moto sembra uscita direttamente dal film “Il Selvaggio”(non conosci il film? Clicca e vai all'articolo!) ed il fatto che non venga da un’officina di San Leandro ma dalla Pianura Padana non fa che accrescere il valore aggiunto intrinseco ad una realizzazione che trasuda passione e competenza da ogni bullone.
Quindi, dal WL così come mamma Harley l’aveva fatto, il primo a lasciare la scena è stato il parafango anteriore, immediatamente seguito da buona parte di quello posteriore e dai fari supplementari, che lasciano il posto ad una coppia di frecce bullet che sanno un po’ di anni ’90 ma che non sfigurano assolutamente nell’insieme. Il caro vecchio Flathead resta esattamente com’era, ma riceve una sana messa a punto che lo rende più simile ad un orologio svizzero che ad un ammasso di ghisa e ferro d’oltreoceano, mentre il carburatore Linkert originale ha abbandonato la scena -pare- già nei primi anni sessanta, rimpiazzato da un Dell’Orto suo coetaneo su cui fa bella mostra di sé un filtro aria proveniente dritto dritto da un catalogo “parts and accessories” di fine anni quaranta. Il lato B della moto è impreziosito da un altro pezzo di storia, un bel fanalino bullet tipo Harley KH anni cinquanta, che di certo risulta appropriato.
Stesso discorso per le gomme -quella anteriore a doppia fascia bianca ci fa veramente venire le lacrime agli occhi- e per lo scarico, un due in uno con terminale fishtail. Dieci e lode alla verniciatura, che in realtà sembra sderazzare un po’ con le sue scallops e le tonalità aggressive dallo stile bobber per spaziare nel rodder, ma quando si parla di stili, si sa, non c’è mai un confine ben definito. Altro? No. E non perché non ci sarebbe stata bene qualche altra “chicca”, ma perché questa moto è veramente l’espressione pura dello stile bobber: tagliare e togliere, mai aggiungere!
Testo: Andrea Mariani
Foto: Giuseppe Roncen
Fonte: Freeway Magazine
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