Quasi nascosta tra i capannoni della vecchia periferia industriale, dove ormai i locali notturni ed i nottambuli hanno sostituito fabbriche e operai, un'officina d'altri tempi trasforma ferrivecchi in aggressive café racer, pronte a darsi battaglia sull'asfalto dell'adiacente tangenziale... No, ragazzi, non si tratta della North Circular Road di Londra e non è l'inizio di un romanzo sui Rockers degli anni '60. Quello di cui stiamo parlando è quanto accade a Roma, e l'officina in questione si chiama Café Twin... Tra la Nomentana e la tangenziale, infatti, un genio visionario di nome Bruno ed il suo staff sono riusciti a ricreare un pezzetto di Vecchia Inghilterra, dove la passione per i motori e per la british way of race si respira a pieni polmoni e da dove escono motorette sulle quali lo stesso McQueen sarebbe ben contento di scorrazzare.
La moto di questo servizio, in realtà, originariamente di british non aveva un bel niente, trattandosi di una tedeschissima BMW R100 dei primi anni '80. Ma è proprio da sfide come queste che emergono genio e passione, e riuscire a trasformare un teutonico cancello in ferro battuto in una vintage racer da lacrime agli occhi è la prova di quanto questi ragazzi si impegnino in ciò che fanno. Il risultato si commenta da solo, così come le foto. Per quanto le linee del boxer d'oltralpe siano riconoscibilissime, la linea della moto è divenuta snella e filante grazie all'adozione di un telaietto posteriore artigianale, sapientemente accoppiato ad un parafango KT e ad un fanalino Bates. La sella, anch'essa artigianale, riprende i toni del serbatoio stock, eccezionalmente vivacizzato da una verniciatura a china su ferro nudo che basterebbe da sola a far scendere qualche lacrimuccia... Davanti, via carene e strumenti imbarazzanti e largo ad un minimalista Motogadget allineato al faro di serie, con la forcella inguainata in soffietti neri e cavi aeronautici a far il loro mestiere.
I cerchi abbandonano il grigio originale indossando un più elegante nero e calzando pneumatici Firestone Replica, che riportano la mente a tempi in cui il "manico" faceva sì che le tele incrociate divenissero le migliori gomme che si potessero desiderare, e che donano alla moto uno stile impagabilmente retrò. La lista degli accessori è lunghissima e spazia dagli scarichi fasciati al tappo Monza del serbatoio, dagli ammortizzatori Bitubo al manubrio Golden Sunshine, ai cavi vintage, alle frecce bullet ed ai tantissimi dettagli che lasciamo al vostro occhio il compito di individuare. Ma non sono gli accessori a rendere speciale questa moto. Quante volte infatti ci troviamo di fronte a cataloghi aftermarket ambulanti, che per quanto tentino di apparire affascinanti altro non risultano se non un'accozzaglia di complementi d'arredo?
Montare accessori è infatti piuttosto facile. Montarli come si deve, è già un'altra cosa. Metterli insieme con gusto, miscelandoli ad una miriade di soluzioni artigianali ed a quel tocco "da vecchi artigiani" che solo la passione e la competenza possono far acquistare, è quanto di più bello ci si possa augurare di incontrare. E qui, il buon Bruno ed i suoi compari Fausto, Alessandro, Gianka e Andrea sembra proprio che non abbiano niente da imparare...
Anche perché questa moto non è affatto un soprammobile. Cammina, eccome se cammina. La cura dimagrante ha dato i suoi frutti e si è ottenuta una maneggevolezza sensibilmente superiore rispetto al modello di serie, grazie anche anche al manubrio più largo, alla maggior altezza da terra e ad un'impostazione di guida meno raccolta. La cavalleria del boxer BMW basta ed avanza per togliersi qualche soddisfazione e l'attenta messa a punto della meccanica permette di sfruttarla completamente, mentre il sound regalato dallo scarico libero potrebbe suscitare le ire delle forze dell'ordine, qualora vi si trovassero affianco in piena accelerazione... A questo punto, che altro dire? Possiamo solo lasciare a Voi il compito di giudicare. Per quanto ci riguarda, a noi questi ferrivecchi piacciono, e parecchio...
Andrea Mariani